Ecco le mie quattro righe su Jarhead. La premessa è una risposta a quanto hai scritto anche tu, Alessandro.
Premessa.Si può dire tutto, ma non che Mendes non sappia "creare cinema". Immagini bellissime, il deserto è stato raramente così affascinante e ben fotografato.
Un paio di aggettivi per definire questo film: inafferrabile e spiazzante.
Jarhead si nutre di film di guerra anni '70 e '80 e, nello stesso tempo, se ne allontana nel mantenere un registro sempre in bilico tra dramma e humor nero, tra enfasi e dissacrazione, tra sarcasmo ed empatia verso i personaggi. E' questa alternanza di registri a creare un certo spiazzamento, a far sì che il film forse non colpisca al cuore (eccetto forse per l'ultima, emozionante scena), ma rimanga sempre vivo ed interessante.
Quanto ad una presunta ambiguità di Mendes verso la guerra, non l'ho riscontarta. Basterebbe lo sguardo impietoso sull'inutilità delle giornate di Sworff a compagni, sulle loro interviste televisive "ammaestrate" per capire qual è il punto di vista del regista.
Buon cast. Nota di merito in particolare per quel magnifico e sensuale gigione di Jamie Foxx.
Gyllenhaal è perfetto per il ruolo, credibile ed intenso, capace di rappresentare con sensibilità una vasta gamma di sentimenti e sensazioni (dalla rabbia, alla rassegnazione, dall'infantile esaltazione alla matura consapevolezza). Mostra, una volta di più, di aver buon fiuto nel saper scegliere i suoi film che sono, riusciti o meno, sempre insoliti ed interessanti ("Donnie Darko" in testa e "The day after tomorrow"escluso!)