Io penso che il concetto di cultura debba essere considerato "universale".
L'unicità invero è un'altra cosa, fermo restando che non si può oggettivamente
ritenere la cultura subordinata ad orientamenti sessuali.Altrimenti dovremmo
considerare le poesie di Saffo come qualcosa di separato, per esempio, dal filone
della cultura greca.La cultura , per me, pur non unica, deve essere universale, cioè
avere tratti comuni comprensibili per la più parte degli esseri umani.
Secondo il mio umilissimo pensiero, essa rappresenta il più potente mezzo di comunicazione
e comprensione fra tutti. E' quello straordinario veicolo che fa si che un regista cinese
abbia potuto tanto bene calarsi nelle tradizioni culturali profonde del West americano.
Bene. Benchè Mars e Androclo (Enzo e Fabio) abbiano già chiarito ciò che volevo dire, farò qualche precisazione.
Se per cultura intendiamo l'attitudine e l'inclinazione della mente umana ad analizzare le proprie esperienze e le proprie acquisizioni spirituali e materiali per portarle a sintesi attraverso l'elaborazione di modelli comportamentali, artistici, letterari, cultuali, etc.; se la cultura è tutto ciò, ovvero processo intellettivo che riorganizza in forme coerenti e consapevoli la nostra percezione del mondo e della vita, essa ha un carattere di universalità. Certo che poi tale processo porta a esiti differenziati, esclusivamente legati ai diversi spazi concettuali in cui tale operazione si compie. Dando luogo a diverse "civiltà". E qui gli unici fattori che contano sono di carattere storico e ambientale, non certo di genere od inclinazione sessuale. In questo senso non esistono né una cultura omosessuale, né una cultuta eterosessuale, semplicemente perché tutti noi, nel nostro peculiare spazio culturale, partecipiamo di una unica cultura.
Concordo allora con Coguaro che ciò di cui erroneamente si sente parlare come fosse "cultura gay" è solo "costume", "moda"... insomma "fuffa".