Cari amici, sono contento che il mio post vi sia piaciuto. E allora, completo l'opera riportando l'altro articolo presente sulla medesima rivista, che faceva il paio con la recensione del film. Qui si parla più in generale di Ang Lee e della sua filmografia.
«In te c'è più di quanto vuoi far vedere». L'osservazione fa riferimento ai dolori del giovane Hulk, figlio concepito dal ventre materno e dalla mente paterna, generato secondo natura e al contempo frutto di un esperimento frankensteiniano di rigenerazione.
Ma la stessa essenza ibrida, sospesa fra normalità e contaminazione, codice e violazione, natura e cultura, è incarnata dalla maggior parte dei personaggi che abitano i film di Ang Lee, figli de-generi alle prese con la loro identità conflittuale, fra tradizione e tradimento. Tra di loro fratelli, ciascuno è a suo modo una declinazione dell'archetipo fumettistico che rinverdisce di rabbia (essere per bene o dare sfogo al proprio malessere?): dallo yuppie gay sposo per finta di Banchetto di nozze alle giovani da maritare di Jane Austen in bilico fra Ragione e sentimento, specchio delle sorelle di Mangiare bere uomo donna, dalle figure cristallizzate dall'ipocrisia in Tempesta di ghiaccio ai cowboy terremotati dalla passione in I segreti di Brokeback Mountain, dagli irregolari del Missouri (Cavalcando col diavolo) fino ai maestri di arti marziali di La tigre e il dragone.
Tutti i film di Ang Lee raccontano il peso e l'opportunità dell'eredità genitoriale, spesso condensata nell'ingombrante figura paterna: gli istinti e le intenzioni, migliori e peggiori che siano, si devono confrontare con i codici culturali (dove le maniere, buone e cattive, la messa in scena, i riti familiari e sociali, e l'arte, da quella culinaria a quella marziale, sono manifestazione di un'etica che può ribaltarsi in etichetta, e viceversa). E in questo confronto, a volte comico, altre volte epico o grottesco, non di rado cruento, i personaggi di Ang Lee sperimentano l'anacronismo e il fascino di un lascito oneroso, fra riluttanza e ineluttabilità. Dal passato può venire infatti sia una punizione (moralista) sia un insegnamento (morale). Si tratta certamente di un peso che può schiacciare (Il Banchetto di nozze si apre non a caso in una palestra dove il protagonista ascolta i desiderata paterni dalla voce della madre incisa su nastro), ma lo stesso peso può essere utilizzato anche come una forma provvidenziale di soul-building (la roccia di Brokeback Mountain è lo scandalo, la pietra d'inciampo, ma è pure il luogo utopico dove lo Spirito vince sulla Legge): ricerca d'altezza, costruzione di ali, scoperta di leggerezza (volare, come in La tigre e il dragone o in Hulk, ascendere, come in Brokeback Mountain, convolare, come nei primi film).
Dalla commedia al melodramma, dal western al fumetto, dal film in costume a quello di ambientazione contemporanea, in questo senso le pellicole di Ang Lee sono come i capitoli di un romanzo di formazione, un romanzo IN formazione, che, rigenerandosi in sempre nuove formule narrative, attraversa l'esperienza della crescita e la ricerca perpetua, dolorosa e mai conclusa, dell'identità e della libertà.
Il cinema del regista di origine taiwanese trapiantato in America E' DUNQUE ESSO STESSO DI PIU' DI QUANTO VUOL FAR VEDERE, cinema-anelito, cinema che cambia pelle, e che traccia, di film in film con esiti diseguali ma con una discontinuità tematica solo superficiale, una scrittura sospesa, dietro la correttezza ortografica e la tentazione calligrafica, fra Oriente e Occidente, passato e presente, in bilico fra la pellicola d'autore e il cinema d'attore, film d'essai e blockbuster.
Attraverso i differenti codici di genere, si sviluppa un discorso che porta una firma riconoscibile nel tempo. TEMI E STILEMI DI UN CINEMA INTELLIGENTEMENTE MISURATO, SI POTREBBE DIRE DI MESTIERE SE NON SUONASSE SPREGIATIVO, AFFRONTANO LE MATERIE PRIME DELL'ESISTENZA (cibo, sesso, violenza, passione, nascita e morte) ATTRAVERSO LE IMPALCATURE, IL VESTITO, DEL GENERE. Talune volte può trattarsi di strutture un po' ingessate e ingessanti, fardelli formali, altre volte, E L'ULTIMO FILM DEL REGISTA LO DIMOSTRA CON FORZA E CORAGGIO ESPRESSIVI NON COMUNI, DI STRUMENTI PER DARE VOCE A EMOZIONI PROFONDE, RIVESTIRE IN MANIERA ORIGINALE L'ESSENZA DELLE COSE E IL SENSO DELL'ESISTERE. A un patto, però: saper vedere quel che c'è di più. Allora anche un vecchio abito da cowboy appeso a una gruccia è traccia di molto altro, NON SEMPLICE IMPALCATURA DEL DESIDERIO E PIETRA TOMBALE DI UN AMORE, MA MEMORIA DELLA POSSIBILITA' DI UN VOLO.
(Matteo Columbo)