Fabio....Fabio...quanto me piace il tuo nome oggi!!!
Dunque
1)
Su Capello : con Mary abbiamo già detto ieri. Non ha avuto neanche il buon gusto, e il coraggio, di lasciare una dichiarazione. Senza parole.
2) Su
Der Spiegel, rimando a questo godibile articolo di Beppe Grillo
http://www.beppegrillo.it/2006/06/der_stronzen.html#comments3) Su
Calciopoli in linea con te. E questo continuare, da parte degli imputati, a ripetere "C'entra anche l'Inter, c'entra anche la Roma, c'entra anche xxxx" sia ridicolo. Pensate a chiedere scusa, invece.
Sull'argomento molto bello il corsivo di stamane di Zucconi, di cui riporto le ultime righe
Si possono regolare i rubinetti dei soldi, come ha fatto per esempio Galliani a nome e per conto del suo datore di miliardi e dei suoi complici in Lega ben lieti di accettare parte del bottino o qualche resto mancia, per soffocare nella culla ogni ambizione altrui o rubacchiare qualche punto grazie a un arbitro che maneggia com abilità di prestigiatore i cartellini gialli e rossi.
Poi, il dio del calcio si ribella e ci regala partite come questa Germania Italia che ci riconciliano con il gioco, non con i truffatori. Inventa terzini e riserve grandi "goleador", riesuma campioni sonnecchianti come Zidane, spinge una squadra come l'Italia che dopo la partita con l'Australia era stata descritta come un residuato bellico e le mette a disposizione la chance di vincere con merito un campionato del Mondo.
Perché il calcio è più forte dei delinquenti che lo vogliono manipolare, dei sensali di cavalli che lo vogliono soltanto mungere, dei buffoni che vogliono usare squadre di club come poster elettorali. E fino a quando ci sarà la certezza di vedere schifezze come Usa Italia e poco dopo partite deliziose come Germania Italia ci potranno provare in tanti, ma non riusciranno ad ammazzarlo. Non è diventato il gioco che il mondo pratica più di ogni altro, perché lo vogliono le tv o gli sponsors. I soldi sono venuti dopo e stanno tentando di soffocarlo, come l'afa di Dortmund, ma il bambino scalcia ancora ed è vivo.