Le magnifiche ossessioni - Il cinema che verrà e non voglio perdermi. In uscita il 1° settembre
La Quinceanera Trailer
http://www.apple.com/trailers/sony/quinceanera/trailer/ Amori e triangolianche omosessuali nel cult sugli ispanici(La Repubblica)
Solo in una comunità colorata, tradizionalista, movimentata come quella ispanica di Los Angeles, possono convivere elementi così disparati: quindicenni vergini ma incinte, giovani gay molto macho ripudiati dai genitori, vecchi zii ottantenni sfrattati dagli yuppie bianchi che invadono il quartiere, adolescenti divise tra rituali di origine messicana e l'americanissimo culto dello shopping. Se poi pensiamo che tutti questi ingredienti, abilmente assemblati, sono diventati un piccolo film di successo - scritto e diretto, ad aumentare la mescolanza, da un ebreo americano e da un inglese trapiantato - allora capiamo perché Non è peccato (titolo originale La Quinceanera), dal primo settembre nelle nostre sale, già merita l'appellativo di cult.
Scritto in tre settimane, girato in 18 giorni, costato 370 mila dollari, il film indipendente - firmato da Richard Glatzer e Wash Westmoreland - ha fatto il suo debutto in territorio a stelle e strisce in appena otto sale. Ma adesso, grazie al passaparola e all'entusiastica approvazione di molti blogger di origine latina, sta per approdare in ben duecento cinema. Un risultato notevole, per i due autori e per il distributore americano Sony. Mentre qui in Italia la pellicola arriva con il marchio della Teodora di Vieri Razzini.
Quanto alla storia, la protagonista assoluta è una quattordicenne che vive all'interno della comunità ispanica di Echo Park, a Los Angeles. Si chiama Magdalena (Emily Rios, bravissima), e si prepara a vivere quello che, nel colorato mondo in cui vive, è l'evento-clou della giovinezza: la Quinceanera, la festa - sfarzosa e un po' kitsch - con cui si celebra il quindicesimo compleanno delle fanciulle. Una sorta di consacrazione della loro purezza, subito prima del passaggio all'età adulta.
Il problema, però, è che Magdalena scopre di essere incinta. Uno di quei casi, più unici che rari, in cui si aspetta un bambino da vergine: col suo ragazzo Herman (J.R. Cruz), infatti, ha avuto rapporti sessuali solo esterni. Anche se gli spermatozoi di lui hanno trovato, quasi miracolosamente, il modo di raggiungere l'interno di lei.
Una storia a cui il padre della ragazza, predicatore nella chiesa evangelica, non crede: così Magdalena viene cacciata di casa. Ma la sua fuga non dura molto: trova infatti un nuovo nido - affetto, amore, comprensione - presso il pro-prozio Tomas (Chalo Gonzalez, già caratterista in film come Mucchio Selvaggio e Io sono Garcia). Presso cui già vive l'altra pecora nera dalla famiglia: il cugino Carlos (Jesse Garcia), prestante ma dal brutto carattere, insoddisfatto del suo lavoro all'autolavaggio e gran fumatore d'erba. Ripudiato dai suoi genitori perché gay.
Ed è proprio Carlos uno dei personaggi chiave della storia: intreccia infatti una relazione omosex con i nuovi padroni di casa di zio Tomas nonché loro vicini, una coppia di maschi bianchi. Simbolo del fatto che il quartiere sta cambiando: non più solido rifugio di immigrati messicani, anche poverissimi, ma nuovo Eldorado di yuppie di origine anglosassone.
E così, per Magdalena e compagni, la situazione precipita: la vita sentimentale sua e di suo cugino va a rotoli. Come se non bastasse, vengono sfrattati. E col vertiginoso aumento degli affitti nella zona di Echo Park, trovare casa si rivela un'impresa quasi disperata... Alla fine, però, una riconciliazione - anche con la famiglia d'origine - si rivelerà possibile.
Questa la trama del film già diventato cult, vincitore dell'ultimo Sundance Festival. Un successo ancora più incredibile, se pensiamo al "come" è stato girato. A raccontarlo, oggi a Roma, sono proprio i due registi, Richard Glatzer e Wash Westmoreland: "Noi stessi ci siamo trasferiti a Echo Park, nel 2001 - racconta Glatzer, che è anche regista del reality tv America's next top model - qualche anno dopo, dei nostri vicini ci chiesero di fare i fotografi alla Quinceanera della loro figlia. Una festa così incredibile che ci venne voglia di farne un film".
Trovati subito i finanziamenti, i due scrivono velocemente la sceneggiatura. E ancora più rapidamente girano la pellicola, con la maggior parte degli attori reclutati non presso le prestigiose agenzie di casting losangeline, ma tra i residenti del quartiere. "I loro suggerimenti ci sono stati preziosi - raccontano i due autori - se nelle scenografie o nella storia c'erano degli errori, ci hanno permesso di correggerli subito".
Il risultato, almeno stando alla reazione positiva della comunità latina degli States, è un ritratto verosimile e affettuoso: "Non volevamo assolutamente mancar loro di rispetto - spiega Wash Westmoreland, inglese, diventato celebre con un documentario sui repubblicani gay - all'inizio i nostri conoscenti ispanici erano un po' scettici, rispetto al film. Ma poi, dopo averlo visto, si sono detti soddisfatti della fedeltà con cui li abbiamo raccontati". Un bell'esempio, concreto, di mescolanza tra culture diverse.